Il governo ha stanziato di recente 26 milioni e 400 mila euro per finanziare interventi di messa in sicurezza del territori emiliani colpiti dal maltempo nel febbraio scorso, e altri 9,5 milioni di euro per far fronte ai danni causati dagli eccezionali eventi atmosferici di marzo, che hanno flagellato Province e Comuni del Piemonte, tra cui Asti, Cuneo e Alessandria.
Gli eventi climatici estremi possono potenzialmente scatenare reazioni di forte distress in coloro che ne sono vittime.
Il termine distress indica l’aspetto negativo dello stress, ossia una reazione di disadattamento dell’individuo di fronte a un fenomeno avverso percepito troppo vasto per poter essere gestito con le proprie capacità di adattamento.
Esistono eventi oggettivamente insostenibili per chiunque, dove la minaccia per la propria vita o la propria integrità è reale, ed eventi che divengono traumatici in rapporto al sentimento di vulnerabilità provato di fronte all’avversità. In ambedue i casi l’emozione provata è così violenta da non poter fungere da spinta all’azione.
L’evento, divenuto traumatico, è accompagnato da intensa paura e dal sentimento di disperata impotenza.
La prima conseguenza del trauma è l’interruzione temporanea delle capacità di difesa e di soluzione dei problemi. Le reazioni nel corso del tempo dipendono dall’intreccio tra temperamento e personalità.
Fattori psicologici, biologici e ambientali sono alla base della capacità di resistenza o di debolezza di fronte a eventi avversi e catastrofici. Una persona anziana che si trovasse a fronteggiare un grave disagio climatico avrebbe, ad esempio, meno risorse biologiche per gestirlo rispetto a una persona giovane, con il risultato di un più rapido sopraggiungere del senso di impotenza.
Le conseguenze possono essere a breve e lungo termine, e i sintomi variati: dall’ansia ai disturbi dell’umore e del sonno, dai flashback alle strategie di evitamento di tutto ciò che ricorda il trauma.
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