Psicologa Psicoterapeuta Esperta Associazione EMDR Italia

Le emozioni e l’intelligenza emotiva

Che cosa sono le emozioni?

Incontri di educazione emotiva a scuola – Le emozioni esercitano una forza molto potente sul comportamento umano. Emozioni forti non controllate possono causare azioni che solitamente non si compirebbero. Ma…

Qual’è la natura delle emozioni? Che cosa scatena le reazioni emotive e, soprattutto, come fare per gestire le emozioni in maniera efficace?

Secondo Daniel Goleman, le emozioni (dal latino “ex movere”, che significa “muovere fuori”) sono stati mentali e fisiologici (corporei), impulsi all’azione, accomunati dallo scopo evolutivo di tutelare la sopravvivenza dell’individuo.

Altre funzioni non meno importanti delle emozioni sono la comunicazione di stati interni ad altri individui e l’esplorazione dell’ambiente: infatti tutto ciò che suscita gioia favorisce i rapporti con l’ambiente e con altri individui, mentre ciò che suscita paura li scoraggia. Le reazioni emotive del bambino comunicano i suoi bisogni al genitore, che può così accudirlo in maniera efficace. Le reazioni emotive nella specie umana promuovono i legami sociali (l’attrazione, l’amore, il dolore per la perdita, ecc.) regolando l’interazione e la comunicazione umana.

Il mio proposito, nel condurre in classe gli incontri di educazione emotiva con i ragazzi delle scuole medie superiori, è di offrire loro strumenti di conoscenza teorica ed esperenziale per aiutarli a familiarizzare con le proprie emozioni e a sviluppare le competenze dell’ “intelligenza emotiva”.

L’intelligenza emotiva è un concetto che racchiude in sé diverse competenze strettamente interconnesse: la capacità di percepire, identificare e riconoscere le proprie emozioni e i propri sentimenti, nel momento in cui essi si manifestano. Inoltre è la capacità di darsi motivazioni e compiere delle scelte (comportamenti che richiedono il riconoscimento dell’emozione in corso), e la capacità di gestire le emozioni in maniera costruttiva.

Divenire emotivamente intelligenti significa quindi in primo luogo sviluppare la conoscenza delle proprie emozioni tramite un lavoro di auto esplorazione diretta ad analizzare il proprio vissuto emotivo: così si diviene capaci di riflettere su di sé e sugli stati emotivi in corso ed è più facile calmarsi, ridurre l’ansia, l’irritabilità, la paura e riprendersi da esperienze negative.

Lo sviluppo della capacità di gestione delle proprie emozioni, regolandone l’intensità e la durata così da renderle adeguate all’espressione dei propri bisogni e ad essere compresi dagli altri, consente il controllo di stati emotivi anche intensi e di compiere scelte più consapevoli e soddisfacenti.

Infine, con la capacità di empatia è possibile provare dentro di sé l’emozione o il sentimento che l’altro sta vivendo, “mettersi nei suoi panni”, senza preoccuparsi di giudicarlo.

L’empatia è alla base del sentimento dell’amicizia e della compassione, che ci sospinge, provando pena per la sofferenza di un nostro simile o di un altro essere vivente, a desiderare di alleviarla.

Numerose ricerche hanno dimostrato che nei primi millisecondi della percezione non solo comprendiamo in modo inconscio le caratteristiche dell’oggetto che stiamo percependo, ma decidiamo anche se esso ci piace o no: dall’inconscio emerge alla nostra consapevolezza l’identità, la natura di ciò che vediamo, e un vero e proprio giudizio su di esso.

Accade a tutti, a volte, che ciò che sappiamo che è giusto “con il cuore” ci da una certezza più profonda di quando pensiamo la stessa cosa con la sola razionalità. Si dice infatti che uno ragiona col cuore o con la testa.

A tutti gli effetti, la nostra mente ha a due modi per conoscere il mondo: le capacità logiche, razionali che compiono ragionamenti e la cui conoscenza del mondo è basata sulla riflessione e la consapevolezza, e la sfera emotiva, basata su moti impulsivi e che conduce a una conoscenza più profonda di noi stessi e del mondo che ci circonda. Queste due funzioni della nostra mente, le capacità logiche, razionali, e le emozioni interagiscono tra loro per consentirci di acquisire informazioni accurate di ciò che percepiamo. Se tale interazione è equilibrata possiamo cogliere tutte le informazioni che le emozioni possono darci, prima di scegliere un azione e reagire a un evento.

Lo sviluppo dell’intelligenza emotiva è quindi un obiettivo importante e necessario in una società complessa come la nostra, dove la mutevolezza dei ruoli che un individuo può ricoprire nelle varie fasi del ciclo di vita, attraverso la partecipazione a differenti e svariati contesti interpersonali e sociali, pone sempre nuove sfide alle capacità di adattamento e di partecipazione personale attiva e creativa. Necessario è quindi acquisire autonome capacità di pensiero critico e giudizio.

Il mio lavoro in classe

Il mio lavoro in classe con i ragazzi delle scuole medie superiori inizia con l’approfondimento teorico della conoscenza delle emozioni primarie (paura, rabbia, gioia, tristezza, sorpresa, disgusto), e delle emozioni sociali, delle loro caratteristiche e degli “ingredienti” da cui sono composte: attivazione fisiologia, componente cognitiva, componente affettiva e reazione comportamentale.

A questo primo “step” segue l’apprendimento delle modalità di gestione delle emozioni di base, con l’individuazione dei cambiamenti fisiologici e funzionali d’organo correlati (frequenza del respiro, battito cardiaco, modificazioni della pressione arteriosa, del tono muscolare, sudorazione, salivazione, ecc.). Altri aspetti analizzati sono le modalità visibili di manifestazione dell’emozione nell’ambito della relazione ( mimica, postura, gestualità, ecc.). Queste informazioni sono supportate da slide esplicative con testi, immagini e schemi.

La parte esperenziale degli incontri con gli alunni prevede la drammatizzazione (psicodramma educativo) di episodi a importante componente emotiva, principalmente rabbia e paura, scelti dai ragazzi divisi per gruppi di lavoro e a partire da materiale personale, con la partecipazione attiva del resto della classe ed eventualmente il supporto dell’insegnante.

Con l’inversione dei ruoli da protagonista della propria esperienza a partner nella relazione, è possibile percepirsi emotivamente in una dimensione soggettiva e oggettiva, nel secondo caso potendo osservare come si è dall’esterno, quindi compiere un’operazione di messa a fuoco della dimensione emotiva e sviluppare capacità di riflessione, di padroneggiamento emotivo e empatia.

La classe partecipa osservando i partner e la scena recitata e contribuisce esprimendo le personali prospettive su quanto accade. L’utilizzo di più punti di vista consente una maggiore elaborazione critica e un aumento di consapevolezza negli attori, nonché favorisce una maggiore accettazione reciproca, empatia e condivisione tra i membri del gruppo classe.

Sono previsti inoltre ulteriori esercizi basati sulla immedesimazione emotiva da parte di singoli partecipanti, con la partecipazione di un partner che ripete la recita dell’emozione espressa dando in questo modo un feedback sulla propria espressione emotiva. L’obiettivo è verificare la conoscenza, la comprensione e la qualità della comunicazione emotiva del gruppo classe.

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