La gestione della paura del giudizio
La paura del giudizio può giungere a bloccare le nostre scelte e il raggiungimento degli obiettivi desiderati, impedendoci di vivere pienamente la vita.
Comprendi esattamente di quale giudizio hai paura, perché hai paura di esporti.
Nel nostro passato ancestrale essere accettati dal gruppo era fondamentale per la nostra sopravvivenza, oggi non lo è più: la stima di sé stessi resta intatta se si decide di agire in autonomia. Infatti, nella nostra cultura è posto molto valore nell’individuo e nella sua capacità di autodeterminarsi.
Nessuno ti può far sentire inferiore o inadeguato se mantieni il tuo punto di vista personale. Considera che chi ti giudica parla di sé stesso: ogni persona possiede una visione personale degli altri e del mondo, e in base alle proprie credenze valuta le parole e il comportamento degli altri. Potresti chiederti: il comportamento di chi mi critica quali informazioni mi può dare di lui?
Rinuncia al perfezionismo: nessun essere umano è in grado di dare prestazioni perfette o di non sbagliare mai, ma non è questo il parametro sul quale valutare il valore della persona.
Rinuncia a piacere a tutti: c’è sempre qualcuno che non ti approva.
Scegli l’autenticità: pensieri parole e azioni coerenti con chi sei veramente.
Un evento sociale può mettere in crisi l’immagine pubblica di chi è sensibile al giudizio: in mezzo agli altri si avverte disagio e si prova imbarazzo all’idea di essere al centro dell’attenzione, in specie se ci accorgiamo che gli altri ci guardano.
L’imbarazzo caratterizza una persona molto empatica, che sa mettersi nei panni degli altri, e desidera conformarsi alle norme sociali, ma è insicura delle proprie capacità, mentre sopravvaluta l’importanza del giudizio degli altri.
Il rossore è la manifestazione fisica dell’imbarazzo.
Se sei imbarazzato senza aver fatto nulla, per paura di essere brutto, di non sapere cosa dire, ecc., hai due possibilità:
- scelta eroica: parla di ciò che senti (solo se sei di fronte a un pubblico attento);
- scelta facile: non fare niente e concentrati su chi sta parlando, ascoltando con attenzione ciò che dice e che fa.
Se hai fatto una piccola goffaggine, parlane al tuo interlocutore e ridici sopra.
Se la goffaggine è grande e ha danneggiato qualcuno, scusati rapidamente, metti in chiaro che riparerai e cambia discorso.
Ricorda che con l’imbarazzo è come se rendessimo omaggio al nostro interlocutore, mostrando di dargli valore. Per questo motivo le persone che provano questa emozione sono apprezzate socialmente.
La gestione del senso di colpa
Allo scopo di gestire il senso di colpa è necessario farsi delle domande che aiutino a esaminare con lucidità questo stato emotivo.
Utile è considerare la visione che gli altri hanno della nostra colpa, chiedendo loro ad esempio, come vedono il nostro comportamento, se lo considerano più o meno grave di quanto lo consideriamo noi, e la spiegazione del motivo della loro risposta.
Una visione oggettiva, dall’esterno, può aiutare a valutare in maniera corretta l’errore che riteniamo di avere fatto, dato che gli altri non sono influenzati come noi dall’attivazione emotiva.
Possiamo anche immaginare che il nostro migliore amico/a abbia vissuto la nostra esperienza: quanto la considereremmo grave, se fosse capitata a lui/lei?
In questo modo apprendiamo a valutarci con benevolenza e riduciamo l’eventuale tendenza a un’autocritica spietata.
Un altro modo per valutare con lucidità il nostro comportamento è collocarlo con l’immaginazione in un contesto temporale allargato: quanta importanza avrebbe il mio comportamento se lo considero tra un anno o cinque anni? Quali conseguenze ne deriverebbero o perderebbe rilevanza? E se fossimo noi a subirlo dagli altri, come lo giudicheremmo?
Importante componente nella valutazione dell’errore consiste nel farsi una chiara idea del livello di responsabilità di eventuali altre persone e aspetti che hanno partecipato alla situazione in cui ci si sente colpevoli:
Una volta valutata l’esperienza da diversi punti di vista, se ci risulta che un danno è stato effettivamente causato, possiamo chiederci se è possibile correggerlo e quanto e cosa ci serve per rimediare.
Un primo passo è rompere il silenzio e confidarsi con una persona di fiducia.
Un altro importante passo consiste nel prendere la decisione di perdonarsi, accettando i limiti personali che hanno determinato l’errore e le potenzialità positive che il perdono può attivare.
Infine, per ripristinare una buona relazione con la persona danneggiata, le si può chiedere di perdonaci e proporle di valutare insieme cosa fare per rimediare all’errore.
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