Psicologa Psicoterapeuta Esperta Associazione EMDR Italia

OBESITÀ’ INFANTILE ALL’EXPO 2015

obesita-infantileNell’ambito di Expò Milano 2015 il Ministero della Salute ha organizzato dei workshop sull’obesità infantile condotti dalla specialista in scienze dell’alimentazione del centro DCA Gruber di Bologna, Dottoressa Donatella Ballardini.

L’esperta ha spiegato ai genitori quanto sia importante comprendere il problema e conoscere le strategie per prevenirlo e affrontarlo. I dati del problema sono allarmanti, secondo un’ indagine condotta dal Ministero della Salute nel 2014 su bambini di 9 anni: risulta in Italia che il 30% dei bambini di questa età è affetto da forte sovrappeso. Nell’ambito della prevenzione primaria l’esperta ha spiegato che piccole discrepanze rispetto alla norma, in relazione al rapporto peso altezza, non devono essere sottovalutate.

Tra le indicazioni per la gestione corretta dell’alimentazione del bambino è stato sottolineato che si deve evitare di dare quantità di cibo pari a quelle di un adulto, solo perché sta crescendo: le porzioni vanno rapportare al fabbisogno relativo all’età del bambino.

Inoltre valida è la regola dei cinque pasti con cinque porzioni tra frutta e verdura e soprattutto, necessario è aiutare il bambino a riconoscere il segnale di sazietà incoraggiandolo a consumare i pasti senza fretta e a fare piccole pause tra una portata e l’altra, in modo da dargli la possibilità di percepire le sensazioni corporee relative.

L’obesità è una vera e propria patologia multifattoriale – ovvero è determinata da numerose concause- e da cui originano, se trascurata, serie malattie del metabolismo. In questo disturbo gli aspetti psicologici e dietetico comportamentali assumono un ruolo preponderante.

Si parla di obesità quando l’aumento di peso corporeo è maggiore del 20% rispetto al peso medio indicato per fascia d’età, sesso e statura. Alcuni tendono ad abbuffarsi di qualsiasi cibo a disposizione prima di una prova nei confronti della quale si percepiscono perdenti, o dopo una delusione.

Altri lo fanno in solitudine, quando i familiari non sono presenti. Altri ancora vanno alla ricerca di cibi di cui sono ghiotti insieme a compagni di abbuffate. Molti sembrano non riconoscere i segnali di sazietà. Bisogna comunque tener presente che il disagio è personale e soggettivo e con esso il bambino esprime la sua difficoltà di crescita, che si associa a una parallela difficoltà di crescita del genitore.

Al rifiuto dei modelli proposti dagli adulti, percepiti come gli unici con i quali identificarsi, il bambino che si sente inadeguato non può anteporre modelli alternativi e giunge a condotte regressive abbandoniche e di sconfitta.

Il grasso in eccesso serve ad alcuni da contenimento del dolore di vivere, mentre per altri giustifica il proprio senso di sconfitta, circoscrivendo la propria negatività all’aspetto del corpo. Comune è la non accettazione di sé, della propria unicità, e la paura di esporsi e confrontarsi.

Nel trattamento del bambino devono essere considerati anche i genitori, i loro sensi di colpa e di inadeguatezza. Fondamentale da parte degli adulti è non colpevolizzare il bambino, per evitare l’originarsi di fenomeni di bullismo nel contesto scolastico.

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