Recentemente è stato pubblicato in Italia il libro del giornalista d’inchiesta Jon Ronson, “Psicopatici al potere” edito da Codice Edizioni. Dopo aver partecipato a un corso tenuto dallo psichiatra Robert Hare, considerato il maggior specialista a livello mondiale sul tema, Ronson ha deciso di approfondire il tema attraverso interviste a personaggi di successo affetti da psicopatia, tra cui Emmanuel “Toto” Constant, il leader del gruppo paramilitare Frath(Fronte rivoluzionario armato per il progresso di Haiti) creato per intimidire i sostenitori dell’ex presidente haitiano Jean Bertrand Aristide.
I membri di quel gruppo sono noti per le torture e gli eccidi efferati a cui hanno sottoposto gli oppositori e i loro familiari, compresi i bambini. In conclusione alla sua inchiesta Ronson sostiene, in accordo con quanto afferma il Dottor Hare, che i peggiori psicopatici non sono i killers bensì gli psicopatici aziendali, i cosiddetti “tagliatori di teste“, e coloro che ai vertici dell’industria, dell’economia e della politica, utilizzano il loro potere per distruggere interi settori della società.
Tali personaggi utilizzano il fascino, la menzogna e la manipolazione senza alcun scrupolo di coscienza per posizionarsi in cima alla scala sociale. Nel caso del serial killer bisogna considerare la compresenza tra psicopatia e disturbo antisociale di personalità, caratterizzato dall’incapacità a rispettare le norme (e quindi la legge).
Ne risulta un disadattamento costante che non consente di mantenere un comportamento normale. Tali individui sono accomunati dallo sviluppo in un contesto socio economico svantaggiato e marginale, all’interno di famiglie che esercitano la violenza, e dalla storia personale risulta che sono stati oggetto di abusi sistematici.
Lo psicopatico di successo invece proviene da un contesto familiare più favorevole, spesso ben posizionato a livello socioeconomico, e ha ricevuto un’educazione raffinata che gli consente un buon adattamento esteriore alle regole sociali.
Tali individui evidenziano sin dall’età dello sviluppo una carenza spiccata di manifestazioni emotive e di moti affettivi: la freddezza emotiva diviene evidente in circostanze che comunemente provocano emozioni intense, e il deficit dell’affettività determina comportamenti predatori nell’ambito delle relazioni di coppia e amicali, manipolazione psicologica fino alla violenza e malvagità. L’estremo narcisismo che li contraddistingue consiste in un’assenza totale di empatia, senso di colpa e rimorso, e nella determinazione inflessibile a volere neutralizzare chiunque si trovi, secondo il loro giudizio, a intralciare il loro cammino verso il potere.
Studi di neuroimaging hanno mostrato deficit neurobiologici nelle aree del cervello preposte alla valutazione dei comportamenti morali: insensibilità di fronte al dolore altrui, ridotta attività del sistema limbico (che regola l’affettività) e della corteccia orbitale (coinvolta nel comportamento etico). Tale substrato anatomico anomalo spiegherebbe deficit psicologici quali la superficialità e fugacità delle emozioni degli psicopatici: in particolare risulta dalla somministrazione di test specifici che tali soggetti non provano paura, piuttosto uno stato costante di noia che fa loro desiderare stimoli forti, con la conseguenza di intraprendere azioni molto rischiose con totale sangue freddo.
Il bisogno di soddisfare ogni loro impulso e desiderio comporta lo sfruttamento spietato delle persone con le quali si relazionano, sino a giungere a compiere reati di ogni genere se ostacolati. La collera è violenta ma temporanea, e la capacità di controllo degli impulsi consente loro di pianificare il momento opportuno per manifestarla.
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